Understanding Aristotelian Concept of Human Function

azione e felicit n.w
1 / 9
Embed
Share

Explore Aristotle's view on human function and the essence of a fulfilling life as discussed in his work, the Nicomachean Ethics. Delve into the idea that true happiness and the ultimate good lie in fulfilling one's unique function with excellence, guided by reason and virtue.

  • Aristotle
  • Ethics
  • Virtue
  • Happiness
  • Human Function

Uploaded on | 0 Views


Download Presentation

Please find below an Image/Link to download the presentation.

The content on the website is provided AS IS for your information and personal use only. It may not be sold, licensed, or shared on other websites without obtaining consent from the author. If you encounter any issues during the download, it is possible that the publisher has removed the file from their server.

You are allowed to download the files provided on this website for personal or commercial use, subject to the condition that they are used lawfully. All files are the property of their respective owners.

The content on the website is provided AS IS for your information and personal use only. It may not be sold, licensed, or shared on other websites without obtaining consent from the author.

E N D

Presentation Transcript


  1. Azione e felicit

  2. Aristotele, Etica Nicomachea, I, 6, 1098a, 16-17 Ma, certo, dire che la felicit il bene supremo , manifestamente, un affermazione su cui c completo accordo; d altra parte si sente il desiderio che si dica ancora in modo pi chiaro che cosa essa . Forse ci si riuscirebbe se si cogliesse la funzione [25]dell uomo. Come, infatti, per il flautista, per lo scultore e per chiunque eserciti un arte, e in generale per tutte le cose che hanno una determinata funzione ed un determinato tipo di attivit , si ritiene che il bene e la perfezione consistano appunto in questa funzione, cos si potrebbe ritenere che sia anche per l uomo, se pur c una sua funzione propria.

  3. Forse, dunque, ci sono funzioni ed azioni proprie del falegname e del calzolaio, [30]mentre non ce n alcuna propria dell uomo, ma nato senza alcuna funzione specifica? Oppure come c , manifestamente, una funzione determinata dell occhio, della mano, del piede e in genere di ciascuna parte del corpo, cos anche dell uomo si deve ammettere che esista una determinata funzione oltre a tutte queste? Quale, dunque, potrebbe mai essere questa funzione? manifesto infatti che il vivere comune anche alle piante, mentre qui si sta cercando ci che proprio dell uomo.

  4. [1098a] Bisogna dunque escludere la vita che si riduca a nutrizione e crescita. Seguirebbe la vita dei sensi, ma anch essa , manifestamente, comune anche al cavallo, al bue e ad ogni altro animale. Dunque rimane la vita intesa come un certo tipo di attivit della parte razionale dell anima (e di essa una parte razionale in quanto obbediente alla ragione, mentre l altra [5] lo in quanto possiede la ragione, cio pensa). Poich anche questa ha due sensi, bisogna considerare quella che in atto, perch essa che sembra essere chiamata vita nel senso pi proprio.

  5. Se funzione dell anima dell uomo l attivit secondo ragione o, quanto meno, non senza ragione, e se diciamo che nell ambito di un genere identica la funzione di un individuo e quella di un individuo di valore, come del citaredo e [10]del citaredo di valore, questo vale, dunque, in senso assoluto anche in tutti i casi, rimanendo aggiunta alla funzione l eccellenza dovuta alla virt : infatti, proprio del citaredo suonare la cetra, e del citaredo di valore suonarla bene. Se cos , se poniamo come funzione propria dell uomo un certo tipo di vita (appunto questa attivit dell anima e le azioni accompagnate da ragione) e funzione propria dell uomo di valore attuarle bene [15]e perfettamente (ciascuna cosa sar compiuta perfettamente se lo sar secondo la sua virt propria); se cos , il bene dell uomo consiste in un attivit dell anima secondo la sua virt , e se le virt sono pi d una, secondo la migliore e la pi perfetta.

  6. Azioni pratiche e azioni poietiche Aristotele, Etica NicomacheaVI, 4-5: Le azioni poietiche (p iesis) sono quelle in cui gli agenti producono qualcosa, mettendo in atto le proprie capacit operative. Il fine esterno. Le azioni pratiche (pr xis) sono le azioni che l'agente compie per realizzare se stesso, le sue potenzialit , la sua vita. Con le azioni pratiche non viene operato un fatto, ma un atto del soggetto.

  7. Lagire pratico Non insegnabile(cfPlatone, Menone). L etica non pu essere ridotta a normeda eseguire perch un sapere pratico, non poietico. Aristotele: la fronesispratica l epikeia. Quando l uomo compie un azione, egli diventa responsabile, imputabile. Nell azione l uomo agisce, non gli capita di agire.

  8. Mappa dellagire

  9. Nessuno pu costringermi a volere qualcosa (S. Vanni Rovighi) azione intelletto discernimento deliberazione Desiderio/bisogno Non volont . Il gi dato intenzionalit volont Il desiderio oggetto del discernimento, non criterio dell azione!

Related


More Related Content